Dimmelo adesso
Dimmelo adesso, quei bulli di provincia usciti dalla penna di…
𝐍𝐞𝐫𝐨. 𝐃𝐫𝐚𝐦𝐦𝐚 𝐢𝐧 𝐩𝐫𝐨𝐯𝐢𝐧𝐜𝐢𝐚, 𝐆𝐢𝐚𝐧𝐜𝐚𝐫𝐥𝐨 𝐆𝐢𝐮𝐥𝐢𝐚𝐧𝐢, 𝐓𝐚𝐛𝐮𝐥𝐚 f𝐚𝐭𝐢 𝟐𝟎𝟏𝟖
Conosciamo sin dalla prima pagina Marco Naldi, il suo bisturi affilato e la sua vittima. Sentiamo il suo cuore che batte forte. Non nego che chi si accinge a leggere un giallo possa restare sconcertato nel sapere, da subito, chi è l’assassino. L’unica spiegazione è che altri colpi di scena siano in arrivo e che nel libro ci sia altro, oltre che la concatenazione di fatti che portano a ipotizzare, emozionarsi, capire. Il lettore viene così coinvolto e catturato e da qui, Nero. Dramma in provincia, diviene un romanzo da cui è impossibile staccarsi prima di averne terminato la lettura. È questa la magia che Giancarlo Giuliani compie con il suo libro, edito da Tabula fati nel 2018.
La scrittura di Giuliani è scorrevole, diretta ed elegante, intrisa di mistero e suspense nei momenti giusti, che riesce a scavare nelle visioni distorte di personaggi infinitamente soli e in guerra con se stessi, prima che con ciò che li circonda. Non è consentito svelare molto della trama, ma tanto può essere detto sulla ricerca che l’autore fa dei meccanismi psicologici che affaticano l’animo e la mente di uomini e donne. A ogni tassello del vissuto di ognuno, che l’autore fa trasparire con perizia, si accompagnano nuove domande e un dubbio che si fa sempre più insinuante: cosa non riusciamo a vedere? Quale variabile non stiamo considerando? Sono le domande che tormentano, ad esempio, il commissario Giorgi nella sua ricerca incessante di giustizia; quelle che portano, ancora, il lettore a riflettere quando percepisce il lato umano dei colpevoli, perché nella vita ciò che accade all’uomo è sempre il risultato di relazioni, di sentimenti e volontà, di dolore e vendetta. Così è per Marco Naldi e per Gaia Altieri ai quali non è concessa alcuna possibilità di redenzione, nemmeno quando l’uno e l’altra provano a crederci grazie alla forza di un nascente legame affettivo.
Nero è un romanzo che va oltre il giallo e il thriller e la sua trama articolata, scandita da un ritmo serrato, induce a una lettura della quale non se ne ha mai abbastanza mentre con partecipazione e timore ci si avvicina alla fine, a quel punto zero che deve chiudere il cerchio e sciogliere dal ghiaccio della stasi la situazione che l’autore gestisce magistralmente. Da sottofondo a questo specchio di umanità varia, arricchita da altri personaggi come il commissario Bonanni o il cronista di provincia Tondelli, sempre a caccia di notizie, l’autore tratteggia, con un bisturi affilato quasi quanto quello dei suoi personaggi, una città che non sa valorizzare la propria bellezza, che si perde in isole urbane di degrado, che confonde i propri valori fondanti con l’arrivismo e la competitività di certi ambienti, come quello universitario. Sembra quasi che Giancarlo Giuliani, con la pacatezza ricercata delle sue parole, voglia dirci quanto la sofferenza sedimentata possa implodere ed esplodere portando persone e luoghi a mostrare la loro parte oscura e inconfessabile.
I personaggi sono profondi, bucano le pagine e ci parlano, mostrando i loro molteplici volti: la purezza e la giustizia, l’iniquità e il marcio, la solitudine profonda e l’accettazione della colpa. Sono fragili e forti. Impressionano, emozionano, sconvolgono e commuovono. L’impressione iniziale, che nelle pagine di Nero ci sia ben altro rispetto all’assassino svelato, trova le sue conferme fino all’ultima parola, quando ogni domanda trova la sua risposta.
Giancarlo Giuliani, nato a Pescara, laureato in Lettere Classiche, insegna Italiano e Latino nelle scuole superiori. Presente in varie antologie, ha pubblicato negli anni Ottanta un saggio di sociologia dell’immagine. Dopo un lungo silenzio, ha pubblicato alcune raccolte di versi: Ulisse non è mai partito (Roma, 2009); Liber Alchemicus (Pescara 2010); Libro Perduto (Pescara, 2011) e Capos ipermetrico(Chieti 2012). Nel 2012 ha pubblicato un radiodramma noir in 30 quadri, Bisturi (Pescara 2012). Nel 2013 esce il suo primo romanzo storico sulla figura di Pitagora giovane: Diospolis (Chieti 2013).
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